La medicina nel Medioevo

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Madonna Eloisa
view post Posted on 14/9/2009, 11:04




Come promesso ad un nuovo iscritto, apro questa sezione sulla Medicina nel Medioevo.
Le regole sono sempre le stesse:
citazione dei testi a cui si fa riferimento,
scambio di informazioni e titoli di libri,
discussione seria pacata e motivante.
Aggiungo che l'uso di foto è altamente consigliato.

Ammetto che il mio interesse per la medicina per ora è legato all'alimentazione, ma è ancora in forma primordiale.

Posso solo consigliare:
"La magia nel Medioevo" di Richard Kieckhefer. Sembra che non c'entri per nulla con l'argomento, ma invece tratta di tutte quelle pratiche superstizione, magari legate ad antichi riti pagani oramai incomprensibili, usate per guarire dalle malattie più disparate.

"Il corpo nel Medioevo" di J. Le Goff. Utile per capire la concezione del fisico. Interessante la concezione del progresso scentifico medico medievale, per troppi secoli sottovalutato.

"Medicina Medievale", per ora non ancora letto, ma è una raccolta di testi dell'Alto Medioevo con miniature di vari codici.

Lascio la parola a chi ne sa e a chi vuole sapere. Quindi D@vos sbizzarrisciti con le domande!

Madonna Eloisa
 
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Trotula de Ruggero
view post Posted on 14/9/2009, 12:38




Se si permette un'osservazione a una salernitana che ha per pseudonimo Trotula de Ruggero, un libro ancora più importante sulla medicina medievale, trattazione esaustiva e completa su tutto ciò che riguarda corpo e medicina, è:

Heinrich Schipperges,
Il giardino della salute: la medicina nel medioevo
Garzanti, Milano 1988

Intanto inserisco un articolo che secondo me può essere molto utile per un'infarinatura generale, e per di più corredato di un'ottima bibliografia.

La cultura medica nell'età di Federico II

A proposito, sto seguendo con molta attenzione la costruzione del sito del Museo Virtuale della Scuola Medica Salernitana, di prossima apertura. Spero di poter fornire presto delle novità.
 
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Madonna Eloisa
view post Posted on 14/9/2009, 13:06




Il sito che hai messo Trotula l'avevo già a suo tempo scaricato e l'ho trovato interessante.

Aggiungo anche questo
http://www.liberliber.it/biblioteca/c/cantalupo/index.htm
La pagina non è immediata, ma permette di scaricare il libro di P.Cantalupo "Un trattatello medioevale salernitano sull'alimentazione: il De Flore Dietarum".

La scuola salernitana di medicina non solo è la più famosa e la più importante dell'epoca (ma non l'unica), ma probabilmente è quella che maggiormente si avvicina al nostro studio di rievocatori: le conoscenze più disparate vi arrivavano e senza pregiudizi di sorta.
 
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D@vos
view post Posted on 14/9/2009, 13:21




Bene bene bene

Già cosi ho un pò di materiale su cui documentarmi, inoltre ho visto nel documento che mi hai linkato un file di testo con una bibliografia molto corposa da cui magari provero a dare un occhio dopo aver letto ciò che mi avete proposto.
Ti chiedo se hai qualcosa da consigliarmi riguardo alla medici islamica del tmepo e magari più specifica dell'area interessata.
 
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Madonna Eloisa
view post Posted on 14/9/2009, 13:31




su quella sono ignorante come una capra...
Provo a vedere nella bibliografia del libro "Un altro medioevo. Il quotidiano nell'islam" di Biancamaria Scarcia Amoretti.
Vi è un buon capitolo sull'igiene e sulla cura medica, con citazioni dal Corano e dai testi dei saggi islamici dell'epoca. Non molto dettagliato, ma interessante libro.
 
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Trotula de Ruggero
view post Posted on 14/9/2009, 14:32




A proposito della concezione del corpo e simili, vi affido un titolo segnalato da Régìne Pernoud che sto cercando da tempo e che potrebbe essere utile anche a voi.

Drieu la Rochelle, La conception du corps au Moyen Age, in "Revue Française", n.1, 1940, p. 16.

Lo possiede la biblioteca dell'Università di Bologna, dunque avete più possibilità di averlo prima di me.
Chiederei soltanto di poterne ricevere una copia via e-mail.

A breve ve ne invierò uno anch'io: è un articolo della studiosa Pina Boggi Cavallo specifico su Trotula de Ruggero (quella vera!) e sulle medichesse salernitane pubblicato sulla rivista "Rassegna Storica Salernitana".

Edited by Trotula de Ruggero - 28/10/2010, 15:49
 
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Trotula de Ruggero
view post Posted on 14/9/2009, 20:33




CITAZIONE
Il commento della mancanza di indumenti intimi era una frecciata nei confronti di persone che conosciamo io ed Alberica.
Io sono assolutamente convinta che sotto qualcosa ci fosse...

In una cosa comunque hai ragione, Madonna Eloisa: è vero che in epoca medievale non c'era tutta la zavorra di pruderie di matrice sette-ottocentesca, e dunque molto meno pregiudizio nei confronti della nudità.
Un San Francesco, nel Settecento o nell'Ottocento, non avrebbe potuto permettersi di concretizzare la sua rinuncia denudandosi davanti a tutta la città, e un fra' Ginepro di mortificarsi camminando nudo per le strade di Viterbo: fu soltanto richiamato dal Vescovo, nell'Ottocento lo avrebbero immediatamente messo in manicomio.
 
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Trotula de Ruggero
view post Posted on 15/12/2009, 10:34




A riprova di quanto ho precedentemente detto, riporto qui la traduzione della parte relativa al Medioevo di un articolo di Jean-Claude Bologne comparso sul numero 656 della rivista francese Historia; l'argomento sono proprio i bagni, in particolare quelli che in Francia si chiamavano etuves e da noi "stufe" o "balnea". Le osservazioni tra parentesi quadre sono mie

CITAZIONE
I padri della Chiesa danno loro [i moralisti della Roma imperiale, in particolare Plinio e Quintilliano] il cambio, ma l’attrazione dei bagni è forte e le loro condanne inefficaci. Le loro ripetizioni lo testimoniano sufficientemente... Perché la loro reputazione di luoghi di dissolutezza ha vita lunga. Per il codice Giustinianeo, elaborato nel VI secolo, la sola frequentazione delle terme da parte di una donna sposata è motivo di ripudio. Nello stesso periodo, la badessa Radegonda di Poitiers è accusata di aver ammesso un uomo nei bagni del monastero. Lei non nega il fatto, ma solo la comunanza dei sessi nello stesso luogo. Di conseguenza, viene assolta.
I bagni pubblici resteranno apprezzati per tutto il Medioevo. Carlo Magno, che soggiornava volentieri nelle città termali, invita i suoi amici nella piscina di Aix-la-Chapelle, "e talvolta perfino i soldati della sua guardia, annota Eginardo, in modo che spesso cento e più persone si facevano il bagno in una volta". Il costume da bagno allora non aveva ragion d’essere. Notiamo che lì, è sufficiente che sia assicurata la separazione tra i sessi per salvaguardare la morale. Nessuno si scandalizza della comune nudità, poiché questo non avviene che tra uomini, o tra donne.
Nel XII secolo, di ritorno dall’Oriente, i crociati istituirono le stufe in Occidente. In questi spazi chiusi uomini e donne s’incrociano di nuovo. Acquistano così la stessa pessima reputazione delle antiche terme. Nel romanzo Flamenca, come nel Roman de la Rose di Jean de Meung, sono la cornice adatta per le coppie adulterine. Nel primo, c’è una galleria che permette agli amanti di ritrovarsi. Ma nel secondo, si bagnano insieme nello stabilimento e passano in fretta ai letti messi a disposizione dei clienti, in principio, per il riposo. Quanto alla tenuta, non c’è alcun dubbio: "Se ti lavi nudo/E ti bagni nella vasca/Jenin l'Avenu/Vai alla stufa", canta Villon.
È, al contrario, il vestito che stupisce, se si deve credere a Ousâma, principe siriano che si è bagnato insieme ad alcuni crociati. Uno di loro, " chi detestava, come tutti i suoi pari, chi si serbasse, al bagno, un pannolino intorno alla vita", strappa quella del capo dei bagni, e resta stupefatto davanti al suo pube rasato.
Allusioni a delle vesti figurano comunque in testi tardi, ma non sono obbligatori. Gli statuti degli stufai di Parigi concessi dal prevosto l’11 febbraio 1399 fissano, per esempio, il prezzo pagato dal cliente per il drappo "nel quale chi vorrà si avvolgerà". È dunque permesso di non avvolgersi! A Baden, nel 1415, le donne si bagnano nude, ma in vasche separate dagli uomini. Questi ultimi, racconta Poggio Bracciolini, potevano comunque entrarvi rivestiti da un drappo di lino. Nelle altre vasche, le donne portavano un indumento talmente largo che non copriva granché. Dalla galleria, alcuni uomini lanciano loro degli spiccioli per veder socchiudersi i loro indumenti. Il drappo sembra dunque il primo indumento menzionato in tale frangente.
Per gli uomini, delle brache – assimilabili ai nostri "boxers" – compaiono sulle miniature di XV secolo. Sono i loro indumenti intimi, che hanno conservato per bagnarsi. Queste nuove regole sono sufficienti a moralizzare i costumi? Brantôme, alla fine del XVI secolo, loda l’onestà degli Svizzeri, che si bagnano "promisquamente" con un semplice lino davanti, "senza fare alcun atto disonesto". È tanto raro da sorprendere?

Inserisco anche alcuni titoli dalla bibliografia che correda l'articolo:

La vita privata - Dall'impero romano all'anno Mille
La vita privata - Dal Feudalesimo al Rinascimento,
Philippe Ariès e Georges Duby (dir.), (Bari, 2001).

Lo sporco e il pulito. L'igiene e il corpo dal Medioevo a oggi‎,
Georges Vigarello (Venezia, 1996).

La pudeur,
a cura di Claude Habib (Autrement, 1992)

D'altronde il bagno ha molto a che fare con la medicina, dato che costituiva l'"ossessione" della scuola di Montpellier come metodo principale per conservare la salute, in contrapposizione alla scuola di Salerno che metteva al primo posto una dieta equilibrata.

Edited by Trotula de Ruggero - 24/6/2010, 19:37
 
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Capitan Kurlash
view post Posted on 15/12/2009, 13:28




Intanto vi è una conferma, per quanto ve ne fosse bisogno, del perchè i Templari dovessero chiedere il permesso di prendere il bagno, secondo quanto riportato nella Regola.
L'accenno alla depilazione non deve stupire. Gli Arabi lo facevano abitualmente e gli Occidentali, i secolari ovviamente, si adattarono piacevolemente alla novità. Quando avrò tempo, a casa troverò i riferimenti e i libri per tale affermazione.
Per quanto gli occidentali non fossero a livello, inizialmente, degli Arabi non bisogna pensare che fossero una massa di sporcaccioni come ci hanno sempre fatto credere. Le attestazioni di Trotula ci fa pensare che la situazione fosse ben diversa.
Dopotutto, gli usi e le abitudini degli antichi Romani non scomparvero affatto con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente. Semplicemente cambiarono
 
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Trotula de Ruggero
view post Posted on 15/12/2009, 14:02




Una domanda, perché c'è la possibilità di un equivoco: qual'è l'espressione latina usata dalla Regola per indicare tale obbligo?
Mi spiego: è lo stesso equivoco che si è creato nelle Confessioni di Sant'Agostino tra "prendere un bagno" e "andare ai bagni". Dunque l'espressione utilizzata dalla Regola potrebbe indicare che i Templari dovevano chiedere il permesso non per prendere un bagno, ma per andare ai bagni pubblici, qualora il monastero non disponesse di bagni.
Aneddoti e disposizioni cittadine informano che accadeva che monaci (e perfino monache) andassero ai bagni pubblici perché non ne avevano in monastero, e questo li esponeva a pericoli facili da immaginare.
 
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Madonna Eloisa
view post Posted on 15/12/2009, 15:44




Per quanto riguarda i Templari e il lavarsi, nella regola di San Bernardo si dice:
"Non si acconciano mai, si lavano di rado, ma sono piuttosto irsuti per la capigliatura negletta, bruttati di polvere, abbronzati dall'armatura e dal forte calore." Che in latino è: "Numquam compti, raro loti, magis autem neglecto crine hispidi, pulvere foedi, lorica et caumate fusci." [dal "De laude novae militia"]

Il fatto è che la Regola è stata scritta, in certi suoi punti, in antitesi con la vita del cavaliere secolare, quindi i Templari non è che non si devono lavare, ma non si devono lavare troppo. Diciamo che è richiesto solo un minimo di igiene e non l'esagerazione.

Questo è il minimo che mi ricordavo sull'argomento, se non intervengono altri, tipo fratel Giovanni, cerco negli altri libri altre citazioni. image
 
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Madonna Eloisa
view post Posted on 10/2/2010, 16:50




Vi segnalo quest'interessante servizio, visto su Nea Polis di Rai3, sul lavoro dell'Università di Salerno sulla divulgazione degli studi medievali della scuola di medicina della città.
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media...231aea5b42.html

Spero che Trotula possa dirci qualcosa di più.
 
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Trotula de Ruggero
view post Posted on 10/2/2010, 17:23




Grazie, Madonna Eloisa, per aver rimediato al mio imperdonabile errore.
Io ci sono stata, e posso confermare che è molto interessante. La dott.ssa Maria Pasca, responsabile del Museo, è stata mia diretta superiore quando ho effettuato il tirocinio alla sede BAP di Salerno. Appena possibile ci tornerò e riuscirò a sapere qualcosa di più (magari se hanno finito il sito sul museo!)
 
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Trotula de Ruggero
view post Posted on 25/2/2010, 19:35




Bene, il sito, anche se alquanto incompleto, è on line. Ecco l'indirizzo:

www.scuolamedicasalernitana.beniculturali.it

Anche se ancora un tantino povero, ne consiglio la visione.
Consiglio di andare a vedere anche i collegamenti agli altri siti, compresi quelli sui monumenti della città: quello della mostra sugli avori amalfitani (io ci sono stata) è interessantissimo. E c'è anche il file PDF dell'opuscoletto che io ho cartaceo sul museo virtuale.
 
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Madonna Eloisa
view post Posted on 26/2/2010, 15:18




Segnalo in questa pagina una mostra che può essere interessante, spostando più a nord la scena: Firenze.
www.bml.firenze.sbn.it/it/díaita.htm
www.bml.firenze.sbn.it/Diaita/schede/scheda1.htm

La buona recensione su "Medioevo" incuriosisce l'appassionato di storia e soprattutto quello di storia medica. Come al solito che può andarci riferisca il suo parere e condivida la sua esperienza.
 
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25 replies since 14/9/2009, 11:04   1763 views
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